Gli “ingredienti” di un mangime

La Norma mangimistica, diversamente da quella alimentare, non parla di ingredienti ma individua e suddivide i costituenti di un mangime in materie prime ed additivi (o premiscele).

Materie prime

Sono i prodotti di origine vegetale o animale, il cui obiettivo principale è soddisfare le esigenze nutrizionali degli animali, allo stato naturale, freschi o conservati, nonché i derivati della loro trasformazione industriale, come pure le sostanze organiche o inorganiche, contenenti o meno additivi per mangimi, destinati all’alimentazione degli animali per via orale, in quanto tali o previa trasformazione, oppure alla preparazione di mangimi composti oppure ad essere usati come supporto di premiscele (Reg. CE n. 767/2009).

Le materie prime utilizzate in alimentazione animale possono essere suddivise a seconda della loro natura in vegetali, animali e minerali. Come in una ricetta, devono essere ben scelte ed opportunatamente miscelate per ottenere l’effetto voluto.

Materie prime di origine vegetale

Le specie vegetali maggiormente utilizzate nelle diete animali per le loro differenti caratteristiche nutrizionali sono i cereali (mais, riso, frumento, orzo, sorgo, malto) come fonte di carboidrati; i legumi (soia, carrube, guar, lupino), il lino ed il girasole come fonte proteica ed altri prodotti (polpe di barbabietola, crusca, avena e foraggi) come fonte di fibra; infine alcuni semi e frutti oleosi (babassu, copra, cotone, arachidi e colza) come fonte di grassi ed energia.

Queste materie prime possono essere ricevute dall’azienda mangimistica in due differenti stati fisici, semi o farina, a seconda dell’assenza o meno di un trattamento di trasformazione (macinazione, essiccazione, frantumazione, ecc.). Come tutti gli ingredienti per mangimi, sono attentamente controllate dai Servizi sanitari competenti e dall’azienda stessa all’atto del ricevimento nell’impianto.

Materie prime di origine animale

Le materie prime di origine animale derivano principalmente dall’utilizzo di sottoprodotti non destinati al consumo umano per motivi commerciali. Sono molto diversificate ma tutte devono soddisfare una serie di requisiti sanitari e di utilizzo correlati alla specie di provenienza, ai trattamenti cui sono state sottoposte, alla modalità di impiego ed alla conformità legale anche per specie di destinazione (Reg. CE n. 1069/2009 e Reg. UE n. 142/2011 sui sottoprodotti di origine animale).

In relazione all’utilizzo di alcune materie prime di origine animale nell’alimentazione degli animali d’allevamento, ancora sono attuali alcuni divieti a tutela della salute umana ed animale per il manifestarsi dell’encefalopatia spongiforme trasmissibile anni fa (Reg. CE n. 999/2001).

Tutte le materie prime di origine animale sono severamente controllate dai Servizi sanitari nazionali e devono obbligatoriamente derivare da animali dichiarati idonei alla macellazione per consumo umano; fra queste, con alcune eccezioni, hanno maggiore impiego nell’alimentazione degli animali destinati alla produzione alimentare i fosfati, le proteine idrolizzate, le farine di pesce, gli oli ed i grassi, il latte ed i prodotti derivati.

L’uso per gli animali da compagnia, invece, è notevolmente più vario e comprende numerosi altri sottoprodotti di origine animale ed ex prodotti alimentari non più destinati al consumo umano: muscolo, frattaglie, sottoprodotti e derivati della lavorazione delle principali specie di mammiferi terrestri, pesci (pesce azzurro, tonno, sgombro, merluzzo, trota e salmone, ecc. derivanti dall’industria alimentare) ed Invertebrati acquatici (come crostacei o molluschi).

Le materie prime di origine animale possono essere ricevute dall’azienda mangimistica fresche (0/4°C), congelate (-14/-18°C), essiccate (farine, con umidità 8-10 %) e oli.

Le farine di carne, ad esempio, o proteine animali trasformate sono materie prime utilizzabili nella produzione di alimenti per animali non conferibili tal quali.

Ingredienti “nuovi” ed “esistenti”: dagli insetti agli ex prodotti alimentari

Recentemente sono state oggetto di valutazione scientifica e tecnologica diverse fonti alternative proteiche e non, sostenibili perché a tutela di un mondo in cui la popolazione cresce a ritmi incessanti e la richiesta nutrizionale affligge gli ecosistemi.

Sono oggetto di attenzione, sia per valore nutrizionale sia per facilità di approvvigionamento con minore impatto ambientale, le alghe e gli insetti.

Alghe

Le alghe marine possono rappresentare un’ottima base di partenza per la realizzazione di mangimi con le loro 800 mila diverse specie classificate, ognuna delle quali dotata di caratteristiche e profili nutrizionali specifici. Attualmente, sono già stati prodotti mangimi contenenti microalghe al posto della farina di mais e soia; rispetto ai mangimi tradizionali forniscono un maggiore apporto di acidi grassi e ferro, nutrienti fondamentali, insieme agli acidi grassi omega 3 e omega 6.

L’impiego delle alghe rispetto ai cereali renderebbe più sostenibile la produzione degli alimenti per animali, risultando anche più digeribili.

Insetti

Gli insetti potrebbero avere un ruolo importante sia in alimentazione umana sia animale, poiché le fonti proteiche di origine animale risultano poco sostenibili economicamente e dal punto di vista ambientale.

A seguito della valutazione scientifica dell’Autorità europea per la Sicurezza alimentare, a livello comunitario è stato recentemente pubblicato un provvedimento che autorizza alcune specie di insetti da allevare a scopi mangimistici, nell’ottica della sicurezza, del benessere e della tutela ambientale. Con tale Regolamento si prevedono gli usi specifici, le autorizzazioni degli stabilimenti di allevamento e di trasformazione di questa importante materia prima e di ogni fase della filiera produttiva.

Ex prodotti alimentari

Sono i prodotti alimentari, diversi dai residui della ristorazione, fabbricati in modo del tutto conforme alla legislazione comunitaria sugli alimenti per consumo umano ma che non sono più destinati all’uomo per ragioni pratiche, logistiche o correlate a difetti di lavorazione, d’imballaggio o d’altro tipo, senza che presentino alcun rischio per la salute se usati come mangimi.

Additivi

A cosa servono e che vantaggi danno

La necessità di un’alimentazione sana e bilanciata per gli animali ha imposto di integrare eventuali carenze riscontrate negli ingredienti motivate da diversi fattori, intrinseci o estrinseci alla materia prima di origine vegetale o animale; alcuni esempi riguardano cause geografiche o stagionali, altri interessano la disponibilità e la costante qualità delle stesse sul mercato.

Allo stesso modo, si è imposta la necessità di fornire agli animali alimenti che compensassero anche le inevitabili sottrazioni di energia dovute alla loro attività e le eventuali mancanze dovute a stati di malessere (causati spesso dalla presenza di flore batteriche patogene).

Di conseguenza, per il benessere e la salute dell’animale, è opportuno rispondere con efficacia e tempestivamente alle richieste nutrizionali, siano esse temporanee o persistenti nel tempo. L’aggiunta di oligoelementi, vitamine ed altri principi nutritivi risponde proprio a questo insieme di esigenze, pur se inclusi nella formulazione del mangime solo in quantità sufficienti a raggiungere lo scopo prefissato.

Gli additivi sono quindi sostanze o microrganismi o preparati intenzionalmente aggiunti agli alimenti per animali o all’acqua di abbeverata al fine di svolgere una o più funzioni (Reg. CE n. 1831/2003), secondo cui si dividono in categorie specifiche:

  • tecnologici, ad es. per proteggere i mangimi dal deterioramento, omogeneizzare, regolarne il pH, aumentare la viscosità, ridurre o aumentare la fissazione fra particelle di mangime, migliorare le proprietà meccaniche del mangime (consistenza, stabilità) ma anche conservabilità, ecc.
  • organolettici, ad es. per conferire o restituire le proprietà organolettiche e visive dei mangimi oppure per influire favorevolmente sul colore del mantello e della livrea
  • nutrizionali, per rispondere più efficacemente a specifiche esigenze nutrizionali degli animali
  • zootecnici, per promuovere la digestione o stabilizzare la flora intestinale, influenzare favorevolmente l’ambiente
  • coccidiostatici ed istomonostatici, per mantenere lo stato di salute in alcune specie “sensibili”.

Ogni additivo per mangimi deve essere autorizzato a livello comunitario dalla Commissione europea che, previa valutazione dell’EFSA, ne consente l’utilizzo a specifiche condizioni determinanti il fine, la specie di destinazione, eventuali tenori minimi e/o massimi, e raccomandazioni d’uso, riportate in un atto legislativo pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’UE.

Nelle valutazioni scientifiche è posta estrema importanza, oltre all’efficacia dell’additivo, agli aspetti di benessere animale, dei residui nelle derrate animali e degli effetti sull’ambiente. Non dimentichiamo, infatti, l’attenzione posta dall’Industria mangimistica alle questioni ambientali ed all’incoraggiamento di attuazione di buone prassi a tutela della sostenibilità.

A seconda della tipologia, i produttori forniscono additivi alle aziende mangimistiche in forma di premiscele (miscele di uno o più additivi per mangimi con materie prime o acqua, utilizzate come supporto e non destinate ad essere somministrate direttamente agli animali).

Nessun operatore può immettere sul mercato, trasformare o utilizzare un additivo per mangimi se non autorizzato, se non rispetta le condizioni d’uso e di etichettatura definite dalla norma (Reg. CE n. 1831/2003). In particolare, ogni additivo (o premiscela) dovrà essere etichettato in modo chiaro ed indelebile, non enfatizzare parte delle dichiarazioni, riportando nome specifico e numero di identificazione attribuiti legalmente, peso o volume netto, indicazioni d’uso e tutte le raccomandazioni necessarie riguardanti la sicurezza di utilizzo da parte degli operatori.

I macro ed i microminerali normalmente contenuti negli alimenti non sono sempre sufficienti per il fabbisogno specifico di una data specie o categoria animale; per questo è necessario integrarli nelle razioni secondo criteri ben definiti.

I gruppi principali

Oligoelementi: Ferro, Rame, Zinco, Manganese

I macro ed i microminerali normalmente contenuti nei mangimi non sono sempre sufficienti per il fabbisogno specifico di una data specie o categoria animale; per questo è necessario integrarli nelle razioni secondo criteri ben definiti.

Vitamine: A, C, D, E, B12 e tante altre

Le vitamine sono fattori nutrizionali essenziali nella dieta degli esseri viventi; per tale motivo, sono addizionate alla formula del mangime per completare le quantità naturalmente apportate dalle materie prime impiegate ed anche per ottenere scopi quali la conservabilità del prodotto per le riconosciute proprietà antiossidanti.

Aminoacidi: Lisina, Metionina, Glicina e tanti altri

Determinati aminoacidi necessitano di essere presenti in proporzioni adeguate alla fisiologia ed al benessere animale. Ad esempio per il gatto è fondamentale la taurina.

Aromatizzanti: odori e sapori

Alcune sostanze influiscono favorevolmente sul mangime aumentandone l’aroma e l’appetibilità: estratto di rosmarino, di limone, castagna e numerose altre varietà vegetali sono incluse nelle formule degli alimenti per animali.